Visioni dell’antico Egitto presso le rive del Tevere (1914)

“(A proposito del gran ballo egizio dato dalla Società Romana)”

Da La Donna, Anno X, N. 224, 20 aprile 1914.
Di Anton Giulio Bragaglia.

” ■ Notti voluttuarie, nella mollezza blanda delle luci colorate più esangui o barbariche, nel velame dei vapori e degli incensi, nel fulgore abbacinante delle luci vive. E tante signore, belle come tante Salomè, come tante Erodiadi, come le antiche Regine.

“La festa egizia a Roma: UN SUPPLICE (La contessa Piccolomini).”

■ La velata luminosità dei sogni più fantasticamente sfarzosi, aureolando la maravigliosa bellezza ieratica della baronessa Nata-Blanc, la dea creatrice della evocazione grandiosa e lussuosa, ha vestito di un’aura fatata i saloni incantati, ove cento principesse romane imperavano.
■ La trionfale pompa dei costumi orientali più fastosi, e il favoloso pregio dei gioielli donde erano cariche le signore convenute innanzi alla misteriosa imponenza muta della Sfinge colossale, tutta evocavano la suggestività delle visioni sacre dell’antico Egitto, che la baronessa Blanc ha voluto far risorgere in una notte d’incantesimo.
■ Le stoffe preziose, le armature più belle, tra le tende orientali pieganti in alto e cadenti, tra gli abbigliamenti fantastici dei personaggi del Sogno di Bit-Anati, creavano una macchia decorativa di tono armoniosissimo, pur essendo essa costituita dai colori più selvaggiamente ardenti. Ogni particolare tendeva a difendere i veli del bel sogno. Così gli schiavi Numidi, e quelli di Siria, vestiti di pelli ferine, ancor essi erano ritti presso ogni porta delle sale interne, nel palazzo egiziano, a rappresentare i loro eguali antichi.

“Una ancella. (Fot. Gustavo Bonaventura – Roma).”

■ E tutte le sale erano egizie. Velluti, rasi, veli constellati, piume, serpenti verdi, merletti, ricami d’oro, pompe di tutto un sogno imperiale e divino, ridevano su le pareti e sul corpo delle principesse, fuggivano verso gli angoli delle alte sale, avvolgevano la sommità dei simboli, si profondevano negli angoli misteriosi di buio, apparivano e scomparivano tra le gigantesche piante esotiche, si muovevano sotto gli architravi, invadevano i soffitti.
■ I personaggi, solenni e belli, incensavano i misteriosi iddii, si immolavano con religiosità profonda, nella magnificenza nobilissima dell’ambiente ove fumavano gli aromi bruciati nei tripodi altissimi.
■ I lampadari dalla soave luce diffusa, non facevano meno stupefacenti le fughe di paesaggi egiziani, avvolti nelle nebbie sorte dalla valle del sacro Nilo, mentre gli antichi iddii rigidi e dritti, incassati nelle alte muraglie del palazzo favoloso, miravano, pietrificati, lo splendore della evocazione.
■ Gli strani idoli solenni, carichi di gemme sacre, vestiti d’oro e di porpora, quasi proteggevano con i misteriosi gesti bizzarri ed ambigui le belle principesse inchine. E i presenti, già stupiti, miravano la fantasticità della visione meravigliosa.
■ Però in fondo alla sala, in alto, nella mistica atmosfera, il fascino della regina Bit-Anati, sfarzosamente vestita tutta d’oro e di perle, riposava in un superbo letto egizio tra le pelli di leone, mentre quattro piccoli neri, immobili, le stavano accovacciati ai piedi, e mentre la tutta verde dorata principessa del soglio stava ritta presso il trono imperiale, incidendosi nella nera vastità dello sfondo.

“La contessa Piccolomini. (Impressione di G. Bonaventura – Roma).”

■ La bellezza di donna Nata-Blanc aveva prestato il suo fascino alla regina Bit-Anati per l’incantesimo dei presenti, e donna Margherita Ruspoli-Blanc aveva voluto parimenti vestirsi d’oro verde, nel personaggio del sogno. Intanto gl’idoli solenni si muovevano nelle eccelse nicchie.
Iside, la splendente baronessa Montanaro — Amset, il conte Enea Silvio Piccolomini, scolpito nell’indaco — Neont, la velata marchesa Dusmet, ornata dagli ori più gialli — Nephthys, donna Stefania Paternò, meravigliosa, muovevano le sacre persone tra i cento altri iddii: Maat, Anulus, Thout, Nhator, che celavano molte signorine e signore e signori, come le signorine di Sangro e Pignatelli, Mrs. Stoiceno, il barone Hye, Ms. Harricon.
■ Le dee si muovono e la folla di gente d’Asia e d’Africa agita le mitre, le armature, gli sciamanni, le braccia ignude, innanzi al favoloso spettacolo.


■ La favola, genialmente pensata dalla baronessa Blanc, comincia a svolgersi nel scintillante e variopinto salone.
■ La regina Bit-Anati, adagiata sull’alto letto, si è abbandonata al sonno, ed il suo sogno comincia a sfolgorare mentre l’atmosfera della scena è ancora immersa nelle profondità cupamente azzurre che la sacerdotessa della dea Bastit — la contessa Piccolomini — tra il fumo dei tripodi, comincia a rischiarare con le luci degli altri tripodi incendiati.
■ I fuochi azzurri e purpurei di questi vestono allora la sacerdotessa, vagante intorno alla dormente Regina, e i vapori si elevano e i canti sommessi si spandono nella notte azzurra.
■ Tra le zampe colossali della sfinge, intanto, si desta la Memoria della Sfinge — la baronessa Maria Blanc — ed è tutta fremente, ancora, delle recenti visioni.
■ Albori pavonazzi e azzurrini e violacei, precedono le luminosità rosee dell’aurora imminente. La vibrante vita comincia a palpitare intorno, e quindi, fattosi il giorno vivo, echeggiando una solenne marcia trionfale, Ramsete II, il figlio del sole, Mai-Amon, quattrocentoventiquattresimo re d’Egitto, si avanza ed appare, superbo delle vittorie e del bottino mostruoso e dei prigionieri avvinti dalle pesanti catene.
■ Appresso al carro del vincitore s’avanza, prigione, la regina di Mount, circondata da venti guerrieri e trascinante catene d’oro.
■ Il vincitore — principe Rospigliosi — è così entrato con la prigioniera, marchesa della Gandara, circondata dal duca di Montragone, dal conte Middliton, dal marchese de Alcedo, dal barone A. Kanzler, dal conte Gisiti, dal marchese Buti Rossi, dal barone Skrhenskv, dal conte G., Chiassi, dal marchese Campanari, da don Mondo Chigi, dal sommo sacerdote conte Thaon de Revel.

“La baronessa Blanc, organizzatrice della festa, nella parte della Regina Bit-Anati. (Fot. Gustavo Bonaventura – Roma).”

■ Le musiche si profondono nelle vastità mistiche dei toni religiosi. La dea Bastit — donna Margot-Ruspoli, tanto bella nel suo costume azzurro — accenna con il miracoloso scettro, e allora, superba, magnifica, entra in una lettiga ornata da fregi d’oro Semiramide, vestita di nero e di oro, scortata dagli arcieri d’Assiria.
■ Da Babilonia la leggendaria imperatrice viene a inchinarsi ai piedi mostruosi della solenne Sfinge, affinché il popolo cosmopolita, spettatore, possa bearsi della bellezza di lady Rodd, ambasciatrice d’Inghilterra, nella veste della favolosa regina di Babilonia. Il comm. Adolfo Apolloni, alto e imponente, ornato di corazza e di arco, guida il corteo nel quale il prete assiro, barone Kanzler, il principe di Liechtenstein, il conte Zsepticki, il barone di Rothenan, il conte Negroni Morosini, il barone Ermanno Kanziler, fanno magnifica figura come personaggi meravigliosamente ridestati, dopo 1200 anni.
■ Però la geniale e squisita fantasia della baronessa Blanc non certo qui fa cessare le visioni suggestive.

“La baronessa De Renzis. (Impressione di R. Bettini – Roma).”

La Regina di Saba, d’Akum e dell’Homyar, tutta d’oro, entra seguita da nuovo corteggio: uno stuolo di principesse e uno di schiave impagabili. Con la bellezza di madame Terry, vengono così la duchessa di Castoria, donna Isabella Ruffo, la principessa di Cuttò, coronata di serpi, la marchesa Gourbon del Moute, la marchesa Spalletti, la contessa Szepiuschi e un Astrologo dal capo ornato di infule. La Regina di Saba s’inchina a Salomone — il principe di Lobkovitz, bianco-azzurro — e poi riparte, lasciando una tra le impressioni più belle.
■ Una sottile musica di arpe, preannunzia allora una bizzarrissima danza di piccoli neri. Poi l’elegantissimo e lento incesso di due snelle sacerdotesse di Tamit, vestite d’oro, recanti i turiboli fumanti — le signorine de Bildt e Walderen Rengers — precede Salambò, in costume bianco guarnito d’argento, che va a ringraziare, con le proprie sacerdotesse e i guerrieri, la immane Sfinge per la conquista del Sacro Velo.
■ La principessa di Castagneto, seguita da donna Rosalia Boncompagni, da donna Maria Sofia di Trabia, da donna Teresa Patrizi, da donna Ilda Orsini, giovani e piene di fascino, è entrata protetta dai guerrieri: don Andrea Boncompagni, marchese Dunnet, signor Barzeto, ecc.
■ Però Cleopatra, simboleggiata dalla principessa di Teano, che tutto poteva donare alla favolosa bellezza della domatrice di Cesare e nulla farle perdere, si avanza tra un tumultuoso popolo di guerrieri, di principesse, di ancelle, di coppieri, di sacerdotesse, di schiavi che portano cofani preziosi, uccelli rari, farfalle, palme, parasoli, e doni, doni, doni.
■ È circondata dalle più mirabili bellezze: la principessa Potenziani, la marchesa di Bugnano, la baronessa Aliotti, donna Giuseppina Giorgi Menotti, la signora Marconi, mrs. Parr, miss Lorillard Ronalds, la duchessa di Presenzano, donna Anna Camporeale, la contessina Bianconcini, donna Annarella Grazioli, e, tra gli uomini, il barone Campagna, don Giulio Torlonia, il principe di Solofra, che era un imponente etiope, il conte Palmieri, il principe d’Abro, Tyrwith, ecc.

“La Regina. (Impressione di G. Bonaventura – Roma).”

■ Passa Cleopatra ed entrano Erode ed Erodiade, dopo il nuovo cenno di donna Margot Ruspoli: la dea Bastit.
■ Don Guido Antici Mattei, dal costume sfarzoso, entra con madame Nelidow, conducendo Salomè innanzi alla muta Sfinge, per impetrare dalla onnipotente la grazia di perenne giovinezza alla bella adolescente. E Salomè è la signorina De Alcedo, che eseguisce innanzi alla dea una danza sacra, di assai squisita grazia, mentre una soave nenia egizia, modulata dalla gola di velluto di miss Clark, si spande dolcemente nell’aria muta e piena di fremiti.

“La duchessa di Castoria. (Impressione di R. Bettini – Roma).”

■ La Memoria della Sfinge si vela, si affoga nelle turchine profondità cupe dello sfondo e la visione muore.
■ Con le più accecanti luci, il valtzer della Vedova Allegra squarcia ad un trattol’atmosfera incantata.


■ Nei quadri plastici, quasi le medesime visioni sono state ripetute dagli stessi personaggi. La Regina di Saba è apparsa innanzi al trono di Salomone. Semiramide si è aggirata nei giardini pensili di Babilonia. Salomè ha danzato la sua danza e la principessa di Teano ha guidato questo spettacolo assai riuscito per la perfetta organizzazione.
■ Sarebbe temerario voler dire lo squisito buon gusto che ha inspirato le signore nel fasto dei loro costume; la ricchezza dei fiori e della decorazione; la finezza delle gioie, della musica e dei profumi, e la genialità delle idee che hanno composta così magnifica festa.

“Gruppo generale dei favolosi personaggi che hanno partecipato al Gran Ballo di beneficenza organizzato dalla Baronessa Blanc al Grand Hôtel di Roma.
(Gutavo Bonaventura, Roma)”

■ La baronessa Blanc non meglio poteva far trionfare la propria bellezza e la propria squisita fantasia, se non sognando questo bel sogno di Regina e adunando così eletta e sfarzosa folla di amici.”