Da La Lettura, Anno IV, N. 2, febbraio 1904.
“Tra le tante questioni vivamente dibattute nel campo della lotta per l’emancipazione femminile v’è quella importantissima della necessità di una carriera per le donne. Sempre più si fa strada l’idea che non l’uomo soltanto sia destinato alla dura lotta per la vita, ma che le condizioni economiche moderne impongano anche alla donna lo stesso destino e agli individui così all’uno come all’altro sesso sia indispensabile una carriera, una professione, un mestiere.
È interessante ora vedere in qual modo, negli ultimi tempi, tale idea sia stata ridotta in pratica. Che le professioni dotte debbano esercitare un fascino irresistibile sulle donne di carattere e intellettualmente mature, si comprende benissimo quando si pensi come sia scarsa e miserevole la coltura intellettuale che si impartisce alle ragazze negli istituti d’istruzione ufficiali. È la vera cura della fame! Nessuna meraviglia dunque che le donne «pensanti» e bramose di sapere si addentrino nei campi, a loro chiusi per tanto tempo, delle cognizioni scientifiche e cerchino di appropriarsi i tesori che vi sono nascosti.
Una delle professioni che esercitano maggiore attrattiva sullo spirito femminile è certamente quella della medicina. In molti paesi d’Europa, ma in particolar modo negli Stati Uniti d’America, sono numerosissime le donne che si dedicano all’arte di Galeno. In Germania, invece, sino a quest’ultimi tempi, le difficoltà erano molte, ed oggi, alla domanda: «Come si può diventar medichesse» è consentito di rispondere ben diversamente che pochi anni or sono. In addietro la Germania aveva chiuso ermeticamente le sue Università a tutte le donne, e quelle che volevano dedicarsi agli studî superiori dovevano recarsi e si recavano all’estero, specie in Isvizzera. Oggi, finalmente, molte Università tedesche si sono ridotte ad aprire le loro porte anche alle donne, che al certo non costituiscono l’elemento peggiore della studentesca. La novità è stata anche agevolata dall’istituzione dei ginnasî femminili, che servono di preparazione necessaria agli studî superiori.
I corsi universitarî, naturalmente, sono gli stessi per gli uomini e per le donne. Si comincia con le scienze che sono base della medicina. fisica. botanica, zoologia e sopra tutto chimica e anatomia comparata. Alle lezioni scolastiche vengono in sussidio le esercitazioni pratiche, e così, per lo studio dell’anatomia, si cominciano ben presto le osservazioni sui cadaveri. E’ notevole che questa parte poco attraente del corso ripugna assai meno alle donne che agli uomini, e ciò conferma l’esperienza già fatta e le testimonianze di testimonî oculari nei lazzaretti di guerra, ove s’è constatato che nelle operazioni più difficili e paurose le infermiere dimostrano assai maggiore resistenza nervosa che gli infermieri.
Naturalmente per assistere e partecipare alle esperienze di sezione dei cadaveri occorre farsi molta forza, ma le donne mostrano di avere tutta la buona volontà necessaria. Le studentesse in medicina si vanno facendo del resto sempre più numerose, e ve ne sono, in Germania, anche di diverse razze, come sì vede da una delle interessanti fotografie qui riprodotte.
(Dalla Wocke).”