Da La Scienza per Tutti, Anno XXII – N. 10 – 15 maggio 1915
“Le automobili elettriche hanno avuto sinora scarso sviluppo perché al pregio incomparabile della regolarità silenziosa nel movimento univano gravi difetti, quali il peso dovuto agli accumulatori e sopratutto il rischio di trovarsi senza carica, e quindi immobilizzate in piena via, se obbligate da un bisogno o da un accidente ad allungare la strada oltre quella permessa dall’energia immagazzinata negli accumulatori che non si possono caricare con la stessa facilità con cui ci si procura un bidone di benzina.
Ecco ora che una casa costruttrice di Cincinnati Ohio, negli Stati Uniti, ha risolto la difficoltà; o almeno ha cominciato a risolverla. Come vi sono sulle vie, impiantati sui marciapiedi, degli avvisatori automatici d’incendio e dei posti telefonici, vi possono ben essere dei posti di carica. Piantata solidamente sopra una colonna, una scatola chiusa con una porta a vetro contiene dei piccoli pezzi di ricambio, delle lampadine, delle valvole, ed infine un attacco di corrente, la quale, mediante un filo rivestito, pure conservato nella scatola, può venire immessa negli accumulatori. Ad ogni posto di carica è addetto un sorvegliante che prende nota della quantità d’energia registrata dal contatore elettrico, e ne riscuote immediatamente l’importo, o segna il numero della vettura se questa è abbonata al servizio della casa.
L’energia fornita permette sempre alla vettura di effettuare un percorso di 8 a 32 chilometri in 10 a 60 minuti: abbastanza quindi per tornare a casa, secondo lo scopo per cui il servizio fu impiantato. Il prezzo di esso è tuttavia un po’ caro, per pagare i sorveglianti dei posti, e può solo giustificarsi col bisogno assoluto in cui si trovano talvolta le vetture: ma si pensa che, restringendo il servizio medesimo ai soli abbonati, fissando il loro canone periodico o di volta in volta alla media energia consumata, e munendoli di apposita chiave permettente ad essi soli di aprire le scatole dei posti, i sorveglianti potrebbero essere aboliti, ed il costo dell’energia venir ribassato al punto da indurre le vetture a servirsene anche normalmente e non solo in caso di bisogno.
Certo, l’attuazione d’un simile piano presenta difficoltà d’indole amministrativa e giuridica, anche per l’occupazione del suolo pubblico coi posti di carica e con le condutture sotterranee, nonché per gl’inconvenienti che alla viabilità deriverebbero da eccessivi stazionamenti di vetture. Ma è indubbiamente un primo passo in quella via dei «rifornimenti stradali» a cui sembra legato l’avvenire dell’automobilismo, specie dell’automobilismo elettrico, in modo che le vetture possano trovare ovunque, in città e in campagna, a distanze ragionevoli, ciò che loro abbisogna.”