Scuola all’aperto (1913)

Da Rivista Enciclopedica Contemporanea, 1913.
Di A. Albertini.

“■ Il 18 maggio si è inaugurata solennemente a Milano la scuola all’aperto alla «Bicocca» nei pressi di Niguarda. È la prima istituzione del genere che sorge nella capitale lombarda dovuta alla associazione «Per la Scuola», che da vari anni sostiene un’attiva propaganda in favore della diffusione in Italia del moderno mezzo di miglioramento igienico ed educativo delle scolaresche deboli e predisposte alle malattie.

“Scuola ambulante all’aperto. L’ora del canto.”

■ Nella storica villa degli Arcimboldi. messa a disposizione dalla munificenza del senatore Mangili, sono ospitati 6o alunni, 30 ragazzi e 30 ragazze, scelte dal medico scolastico tra i soggetti più gracili di due scuole comunali e ivi trattenuti tutto il giorno, dimorano quanto più è possibile all’aperto, nel giardino annesso e nei dintorni ombrosi. Nelle giornate di pioggia e nelle ore d’eccessiva caldura gli scolari rimangono protetti nella grandiosa altana che sovrasta il fabbricato quattrocentesco della villa.
■ Oltreché dalla dimora, prolungata, all’aria libera i ragazzi sono beneficati da una razionale e varia alimentazione, ricevendo tre pasti abbondanti a cura dell’associazione suddetta, che è sussidiata all’uopo dal Comune e da numerosi enti e da privati cittadini.
■ L’esperimento che ora si inizia a Milano non mancherà di dare gli ottimi risultati ottenuti altrove e farà sentire più viva la necessità di diffondere l’istituzione in tutte le scuole, specie in quelle del centro e dei quartieri suburbani più affollati, dove la miseria, fisiologica dei ragazzi è maggiore e l’organismo loro è esposto alle più temibili malattie.
■ La scuola all’aperto è infatti destinata a portare inestimabili vantaggi economici e morali alla società, poiché essa tende al aumentare i valori umani cercando di vincere le condizioni di inferiorità organica ed intellettuale nell’età in cui ciò è possibile, prevenendo tutti i danni che le gravi malattie e l’incapacità al vivere sociale arrecano al bilancio della nazione.
■ Due lati benefici comporta quindi l’istituzione di cui si tratta: l’igienico e il pedagogico.


ORIGINE E SVILUPPO. — La scuola all’aperto che oggi si ritiene un portato dei progressi moderni non è che un ritorno all’antico. Senza arrivare alle pure e gloriose tradizioni del mondo greco-latino in cui non solo la scuola, ma tutte le manifestazioni della vita sociale si svolgevano all’aperto, noi italiani non possiamo a meno di riferirci con la mente alla «Gioiosa» di Vittorino da Feltre, scuola all’aria libera in giardini popolati di fanciulli felici e facilmente buoni perché in contatto con la natura. Per secoli abbiamo dimenticato gli insegnamenti del grande pedagogista nostro, ed ora dai più si teme come di un pericolo del movimento che tende ad aprire la scuola dalle sue chiuse e morte pareti per riportarla all’aperto e cioè nella vita.

“La scuola dell’Agro Romano.”

■ Iniziatori di questo movimento sono stati in tempi recenti i medici e gli igienisti, i quali conoscendo tutto il danno che produce sui giovani organismi in via di sviluppo, l’immobilità mantenuta, per molte ore in ambienti affollati, con aria viziata e difettosi di luce, gettarono per primi l’allarme.
■ Sorsero così le colonie climatiche estive al monte e al mare per i fanciulli gracili, che si possono considerare le progenitrici della scuola all’aperto. La prima colonia climatica fu istituita, com’è noto, in Isvizzera per opera del pastore. protestante W. Bion, che nel 1876 condusse una squadra di scolari malaticci sui monti dell’Appenzell per circa un mese.
■ I risultati fisici e morali ottenuti con quel primo esperimento furono così notevoli e così luminosa apparve l’elevata significazione sociale di tanto beneficio ottenuto con così semplici mezzi, che ben presto le colonie scolastiche si diffusero in tutto il mondo civile.
■ Nell’America del Nord, dallo spirito pratico di quelle genti furono istituiti in località salubri lontane dalle città, accampamenti estivi, che, a loro volta, allo scopo di prolungare la cura d’aria e di sole anche nelle altre stagioni dettero luogo alle prime scuole all’aperto, sorte all’inizio del secolo XX in California e nella Florida col fine principale di combattere la tubercolosi.
■ Poco dopo l’istituzione varcava l’Oceano e nel 1995 a Charlottemburg. presso Berlino, se ne fece il primo esperimento europeo, per iniziativa del dott. Bendix, nel bosco di pini che si stende in vicinanza della città.
■ La scuola nel bosco (Waldschule) di Charlottemburg fu seguita due anni dopo da quella di Mulhausen nel parco di Ermitage acquistato col milione offerto dagli industriali e commercianti cittadini. Queste due istituzioni tedesche furono prese a modello dalle molte consimili che sono poi sorte tanto in Germania che fuori del suoi confini.
■ In Inghilterra, Londra dette l’esempio fondando nel 1907 una scuola nel bosco di Abbey-Wood e subito l’istituzione si diffuse nei maggiori centri col titolo di «open air schools» adottandosi come tipo di costruzione un padiglione-baracca aperto completamente in alto ed esposto a mezzodi; in Francia, Lione, modificando l’applicazione pratica, istituì nel 1997 un sanatortio-scuola permanente in un vasto edificio situato ad otto chilometri dalla città a Vernay in mezzo ad una magnifica distesa di boschi e di prati sulle rive della Saona, e subito dopo Parigi fondava una simile scuola con internato a Vésinet e il comune destinava all’incremento delle scuole all’aperto cinque miioni tolti dal fondo dei cinquanta votati per la lotta antitubercolare; in Isvizzera, Losanna ha dal 1908 una «École de la Forèt» imitata a Glarissegg e a Granau; nel Belgio, in Austria, in tutte le nazioni civili l’istituzione si diffonde e acquista simpatie ogni giorno più.
■ In Italia si va sempre più intensificando in questi ultimi anni la campagna in favore delle scuole all’aperto con la tendenza caratteristica di adattare l’attuazione pratica alle speciali richieste e alle condizioni d’ambiente e di clima delle varie località. A Padova il Randi e a Milano l’Associazione «Per la scuola» furono i pionieri di questo movimento, e spetta appunto a Padova l’onore della fondazione della prima scuola all’aperto (1907) per opera dell’Associazione antitubercolare, che nel suo ricreatorio «Raggio di sole» istituito fin dal 1995 sul Bastione degli Scalzi per i ragazzi predisposti, volle aggiungere anche l’istruzione per qualche ora al giorno, intercalata da opportuni esercizi di ginnastica respiratoria.
■ Le tende della Croce Rossa, usate per il primo esperimento, furono in seguito sostituite da solidi padiglioni in legno aperti da tutti i lati, e ad essi si aggiunse una tettoia sul bastione 1848 dove il Comune ha destinato un’altra scuola all’aperto (1908).
■ L’iniziativa di Padova fu seguita da parecchie città: Verona (1910), nei giardini annessi a quattro stabilimenti scolastici, ha istituito all’aperto le classi dei deboli; Genova nell’estate del 1910 attuava con rapidità sorprendente la prima scuola in località di S. Gottardo, nel 1911 ne istituiva un’altra nella villa Scerni a S. Luca d’Albaro e nel gennaio 1913 inaugurava una scuola all’aperto invernale alla spiaggia per i soggetti scrofolosi; Brescia dal 1911 possiede scuole all’aperto sui bastioni del Castello; Parma lo scorso anno ne apriva una nel giardino pubblico per gli scolari tracomatosi; altre città come Firenze, Livorno, Venezia, Como, ecc., hanno istituito da poco o si apprestano ad aprire scuole all’aria libera e a Terni in questi ultimi giorni veniva inaugurata la prima scuola all’aperto che esista nell’Umbria. Anche la Sardegna da due anni ha le sue scuole all’aperto per gli scolari gracili: una a Villacidro in un annoso bosco di querce e l’altra situata in un bosco di ginepri ad Ingurtosu, frazione di Arbus in provincia di Cagliari.
■ Ma a Roma più che in ogni altra città italiana l’istituzione ha avuto rapido e notevole sviluppo (1910) ed ha inoltre assunto una speciale caratteristica di geniale adattamento al clima e alla fisionomia della città eterna per opera specialmente dell’ispettore Grilli, coadiuvato dalle autorità scolastiche e dall’amministrazione comunale. Coll’adozione di un leggerissimo banco speciale portatile, il banco-zaino, ideato da un maestro abruzzese, la scuola all’aperto è divenuta peripatetica; i ragazzi sono condotti ogni giorno in luoghi diversi, sul Gianicolo, sul Pincio, in mezzo alle rovine della città antica e ciò dà all’educazione e all’istruzione loro un contenuto ancor più suggestivo. Oltre la scuola peripatetica Roma ha altri tipi di scuola allo aperto: i padiglioni nei giardini prossimi ai fabbricati scolastici, le scuole nei cortili e sulle terrazze degli edifizi stessi. Prossimamente si aprirà anche una colonia-scuola permanente sulla spiaggia di Ostia.


LA SCUOLA IN FUNZIONE. — Abbiamo visto come nei vari paesi L’istituto della scuola all’aperto non ha conservato la tipica impronta primitiva, ma si è venuto trasformando a seconda delle esigenze locali e delle vedute diverse dei fondatori. Ma tutte, nell’applicazione pratica, siano esse scuole nel bosco come a Charlottemburg, o internate come a Lione e a Parigi, o scuole peripatetiche come quelle di Roma, hanno in comune il medesimo programma pratico, che si può riassumere nelle parole del Grancher: «doppia razione di aria, doppia razione di nutrimento, mezza razione di lavoro».
■ La permanenza all’aperto, più prolungata che sia possibile, è il fattore più importante della nuova scuola; in Germania e in Inghilterra essa viene limitata per necessità del clima alla buona stagione, dall’aprile al novembre. In caso di cattivo tempo gli scolari si riparano al coperto nei padiglioni e, se la temperatura è molto bassa, nelle annesse aule riscaldate. A Charlottemburg ogni alunno possiede una sedia a sdraio e una coperta per dormire durante la siesta all’aperto. Nelle scuole di questo tipo, che spesso sono collocate lontane dall’abitato, gli alunni usufruiscono nei tramwais e nelle ferrovie di un biglietto ridotto e la sera tornano alle case loro. Gli internati, tipo francese, sono aperti tutto l’anno e gli alunni vi sono trattenuti vari mesi a seconda del bisogno individuale pur sempre facendo vita all’aria libera. Solamente in caso di intemperie le lezioni sì tengono in aule che sono anch’esse in piena aria. A Filadelfia i ragazzi di una scuola all’aperto, istituita per far crescere forti e robusti i figli dei ricchi destinati alle funzioni dirigenti della società, rimangono all’aperto alle loro lezioni in tutte le stagioni, anche quando la terra è coperta di neve, forniti di appositi calzari impermeabili e di comode pelliccie.

“Scuola ambulante all’aperto. Il riposo.”

■ In Italia quasi ovunque le scuole all’aperto possono funzionare tutto l’anno: quelle di Roma sono permanenti.
■ L’alimentazione degli scolari è molto curata, costituendo essa un altro fattore importante, oltre l’azione dell’aria e delle luce, per la ricostituzione fisica dei ragazzi gracili. In genere si danno tre o quattro pasti giornalieri, che sono più abbondanti e numerosi nei paesi nordici e si ha cura che il nutrimento sia, oltreché copioso, vario e accetto ai ragazzi.
■ Nelle scuole all’aperto italiane, tutte a tipo esterno, si dànno generalmente. tre pasti: a Roma si distribuisce la colazione alle 9, il pranzo alle 12 e la merenda alle 16. L’ultimo pasto della giornata è fatto dagli scolari nelle proprie case.
■ L’orario delle lezioni è sempre ridotto alla metà o anche a meno di quello in uso nelle scuole ordinarie. Le classi sono poco numerose, 20-30 scolari circa, e le lezioni sono assai brevi, al massimo di mezz’ora e limitate quasi esclusivamente al mattino, lasciando libero il pomeriggio per l’educazione fisica, le escursioni, il canto, la ginnastica respiratoria.
■ Lunghi sono i riposi tra una lezione e l’altra, benché l’insegnamento all’aperto, veramente oggettivo ed occasionale, stanchi assai meno di quello impartito con grande fatica di scolari ed insegnanti nelle aule chiuse.
■ I bagni d’aria e di sole sono, ove è possibile e a seconda dei casi e dei luoghi, intercalati con i bagni di mare e d’acqua dolce, giovando oltreché alla salute anche alla educazione igienica degli scolari.


RISULTATI IGIENICI. — Abbiamo detto che le scuole all’aperto sorsero e si svilupparono con una finalità principalmente igienica consistente nel togliere i bambini gracili, linfatici, anemici, predisposti alla tubercolosi dalle scuole comuni in cui soffrono sin per l’aria corrotta che per lo sforzo intellettuale eccessivo che si richiede dalle loro deboli sforze.
■ Gli effetti che si manifestarono pronti ed evidenti, ovunque si fece l’esperimento della scuola all’aperto, dettero ragione alla giustezza dell’idea, né poteva essere diversamente. L’aria pura e la luce diretta del sole sono fattori essenziali di vita e di salute specie per il bambino, per il «fiore» umano come lo chiamò il Michelet, che di tutti i fiori è quello che ha bisogno della maggior parte di sole. Con la scuola all’aperto noi riconduciamo alle pure fonti naturali le energie in via di sviluppo depresse e intristite dall’eredità, dall’ambiente malsano dalle malattie e dalle cattive abitudini famigliari.
■ Sopratutto contro la tubercolosi viene combattuta la migliore battaglia mediante la scuola all’aperto, la quale secondo il concetto preventivo del Pasteur, «preserva la semente e cura l’uomo nel fanciullo». Infatti nessuna arma migliore abbiamo da rivolgere contro la «fillossera umana » che una costituzione organica resistente all’azione del germe, specie nell’età in cui esso più facilmente attecchisce e cioè nell’infanzia.
■ Il peso degli scolari all’aperto cresce rapidamente, così la statura e la circonferenza toracica, in modo che appena in qualche mese si osserva uno sviluppo superiore a quello raggiunto dai coetanei in un anno; il contenuto emoglobinico nel sangue aumenta notevolmente, come fu constatato dal Giudiceandrea a Roma: la vivacità stessa dei ragazzi, indizio di salute migliorata, si risveglia e le menti torpide e gli animi chiusi sì aprono dinnanzi all’efficacia delle semplici e pur grandiose forze della natura. Nella scuola inglese di Shresburv i fanciulli che in aprile pesavano 17 chilogrammi, in ottohre ne pesavano 25 e i diagrammi rappresentanti il loro sviluppo mostrano curve progressive senza arresti o deviazioni.
■ Nella scuola peripatetica di Roma il miglioramento fu così pronto da rendere inutili le cure ricostituenti consigliate dal merico scolastico.


RISULTATI PEDAGOGICI. — Se la vita all’aria libera tanto giovamento porta alla salute fisica dei ragazzi, non minore vantaggio arreca alle loro facoltà intellettuali e morali.
■ L’irrequietezza propria della scolaresca, nell’aula chiusa e costretta a rimanere immobile sui banchi per delle ore non si verifica all’aperto, dove il ragazzo si sente più libero.
■ Il timore che le lezioni all’aperto rilucessero al minimo possibile l’attenzione e il profitto si è visto essere infondato, perché dopo pochi giorni i fanciulli, non soltanto si abituano al nuovo ambiente, alla nuova vita, ma ne traggono diretto vantaggio in attenzione per la quiete sempre calma e severa dei campi, mal disturbata dai molteplici rumori della vita cittadina (Grilli).
■ Inoltre benché il tempo dedicato all’insegnamento sia assai più breve di quello della scuola chiusa, il profitto è maggiore che in queste, pur trattandosi di soggetti deboli e in genere di intelligenza limitata. Ciò si deve alla fatica mentale che si evita completamente nella scuola all’aperto non solo col dare il necessario riposo al cervello infantile, ma con la didattica che è più spontanea, occasionale e dimostrativa veramente, quale cioè non può essere attuata che dinnanzi ai fenomeni così vari che sono offerti dagli spettacoli naturali.
■ Anche l’indole dei ragazzi migliora e si regolarizza: la vivacità eccessiva di taluni sì attenua, scompare l’apatia e il torpore di altri e tutti diventano migliori perché più liberi e più sani.
■ Infine l’educazione intellettuale, mercé l’efficacia formativa dello spirito veramente grande della percezione spontanea, si raggiunge meglio unitamente a quella morale ed estetica, nelle scuole all’aperto; ed i sensi, esercitati dalle impressioni vive del mondo esteriore contribuiscono col loro perfezionamento a questo risultato.
■ Tali vantaggi fisio-psichici ottenuti nelle scuole all’aperto sugli alunni gracili hanno dimostrato quanto grande fosse la saggezza intuitiva degli antichi, che la gioventù educavano all’aperto e quanto irrazionale sia stato e sia tutt’ora il nostro metodo di educazione eccessivamente intellettuale ed eccessivamente al chiuso. Il dovere di soccorrere i deboli, che ha fatto sorgere le scuole all’aperto, non deve far dimenticare i sani, che pure trarrebbero giovavamento dalla vita all’aria libera, come ha dimostrato il Tonzig (1913) per le scuole di Verona. Questa necessità di ottenere il massimo sviluppo delle energie umane ha dato vita in Inghilterra, in Francia e in Germania per opera del Letz al alcuni tentativi per attuare un nuovo tipo di scuola in cui l’alunno, sottratto completamente alla famiglia, alla maniera spartana, viene accolto in speciali educatori in piena campagna e ivi abituato sopratutto a vivere libero, a derivare le idee dalle cose e a formare il proprio carattere secondo natura.”