Saponi nocivi; Come si può sradicare il vizio di fumare; Pro e contro dell’uso del bagno; Un nuovo metodo per trapiantare i capelli sulle teste calve (1914)

Dalla rubrica “Varietà”, da Rivista Enciclopedica Contemporanea, 1914.

Saponi nocivi. — La Rivista medica The Lancet di Londra riassume i risultati delle indagini, compiute dal dottor Gardiner, sotto gli auspici del Reale Collegio dei medici di Edimburgo, sui saponi e sui loro effetti sulla pelle.
Il Gardiner ha constatato che nei saponi da toilette più costosi si trova una proporzione di ceneri minerali e di alcali non inferiori a quella contenuta nei saponi a buon mercato. Quando una soluzione alcalina, come quella del sapone, viene in contatto della pelle, ne deriva da una parte una produzione eccessiva di sevo acido e di sudore, dall’altra un’azione solvente sull’epitelio. Passati in rassegna tutti gli ingredienti che sì trovano in un sapone, il dottor Gardiner giunge alla conclusione che tutti i saponi, in ragione della loro composizione chimica, devono essere irritanti per la pelle normale. L’ effetto varia da individuo a individuo, ed è più pronunciato nelle persone vecchie e quando la pelle è malata. Secondo le sue osservazioni, l’azione irritante dei saponi a buon mercato è probabilmente dovuta in larga misura all’olio di cotone e ai grassi rancidi, che sono impiegati nella loro fabbricazione. Il sapone d’olio di castoro è meno irritante, ma presenta l’inconveniente di essere troppo solubile, e quindi di consumarsi rapidamente, mentre d’altra parte è facilmente soggetto all’inacidimento. Molto irritante è il sapone d’olio di noce di cocco; quello dell’olio di palma è anch’esso irritante, ma in grado minore. I saponi migliori, dal punto di vista dell’igiene della pelle, sarebbero quelli a base di sego.
Oggi i saponi domestici a buon mercato e quelli per lavanderia sono per lo più composti di grassi a buon mercato o di olio di noce di cocco, o di olio di seme di cotone, e ciò spiegherebbe i danni ch’essi producono sulla pelle di coloro che li adoperano.
Una volta, nella fabbricazione di questi saponi si usavano come materie prime il sego e l’olio di olivo, e i cattivi effetti del loro uso non erano così pronunciati come oggi.”


Come si può sradicare il vizio del fumare. — A Chicago è stata recentemente aperta un clinica per la cura dell’abitudine di fumare.
Ne è direttore il dott. D. H. Kress, segretario della «Lega contro la sigaretta» (Anti-Cigaret League) di quella città. Il metodo di cura è semplicissimo. Il «paziente» si sciacqua la bocca con una soluzione di nitrato d’argento, poi gli viene offerta una sigaretta accesa. La combinazione chimica del nitrato d’argento con la nicotina dà luogo alla formazione di un prodotto di sapore profondamente disgustoso. Chi lo ha provato una volta, concepisce una viva avversione contro il fumare.
Questa proprietà del nitrato d’argento era nota da parecchi anni; ma nessuno sul principio vi prestò attenzione. Fu il dott. Kress che per primo ha pensato di utilizzarla praticamente per la «estirpazione» dell’abitudine di fumare. Per i fumatori inveterati il trattamento col nitrato d’argento è completato da una cura dietetica.
Il dott. Kress ha notato che coloro che hanno l’abitudine di fumare sono di solito grandi consumatori di tè, e di caffè, di carne e di vivande molto saporite. Limitando la dieta al latte, ai cercali cotti e alle frutta, il bisogno di fumare, si attenua in misura sensibilissima.
Mercè la cura Kress, molti fumatori inveterati sono riusciti a liberarsi completamente del loro vizio. A quanto pare, gli effetti della cura sono permanenti. Il dott. Kress riceve continuamente da tutte le parti del mondo, lettere di persone che gli domandano schiarimenti sui particolari del suo metodo. Di fronte agli ottimi risultati ottenuti a Chicago, l’Anti-Cigaret League ha stabilito di fondare delle cliniche consimili in altre città americane.
La Lega esplica la sua opera anche in altre forme: per esempio, coadiuvando le autorità nel far rispettare le leggi che vietano la vendita di tabacco ai minorenni. Mercé la sua attività, la quantità di sigarette venduta giornalmente dagli spacciatori di tabacco di un quartiere di Chicago è diminuita del dieci per cento, il che rappresenta 8500 sigarette al giorno.”


Pro e contro l’uso del bagno. — Il medico americano Elmer Lee è un deciso avversario del bagno.
Occupandosi della questione nella Rivista «Health Culture», egli scrive che quella di bagnarsi è un’abitudine acquisita, niente affatto necessaria, e anzi dannosa. Le spugnature, le docce calde e fredde e le immersioni di tutte le specie a lungo andare riescono nocive alla salute. La vasca da bagno è un nemico in casa. È costosa e aumenta il lavoro delle donne. L’uso del bagno induce la persuasione errata di essere al sicuro dalle malattie, indebolisce e danneggia la pelle, fiacca le nostre energie fisiche e impone alla società un’abitudine inutile.
La direzione della Rivista Brain and Braren di Los Angeles non condivide queste idee. Senza dubbio — essa scrive — l’abitudine di far dei bagni, come altre abitudini, può essere esagerata. I bagni di mare troppo prolungati sono nocivi alla salute. I bagni freddi di tutta la persona dovrebbero essere proibiti alle persone che soffrono di vizi circolatori.
Molti inglesi sono fanatici per i bagni mattutini in acqua gelata. Tale pratica ha effetti disastrosi, e tende ad abbreviare assai più che ad allungare la vita. Lo choc è troppo forte, tranne per gli individui che hanno una resistenza eccezionale di dentro e di fuori, per essersi irrobustiti internamente con una dieta temperata da cui siano esclusi tutti gli stimolanti, ed esternamente con l’esposizione all’aria aperta. Mancando tali condizioni è molto meglio strofinarsi la mattina con un lenzuolo bagnato e poi procedere a un vigoroso massaggio. I bagni in mare o in fiume vanno riservati alla stagione estiva.
I Giapponesi sono famosi per la loro resistenza e la loro robustezza; eppure fra essi sono molto popolari i bagni caldi. Si possono eliminare gli effetti dannosi dei bagni caldi spalmando il corpo, subito dopo usciti dall’acqua, con olio, pratica usata in oriente da migliaia di anni e ingiustamente dimenticata nel mondo occidentale.”

Un nuovo metodo per piantare i capelli sulle teste calve. — Parecchie volte si è tentato di rimediare alle calvizie inserendo dei capelli nella cute, ma i risultati finora o non erano seri o non eran tali da permettere un’applicazione pratica. Ora invece pare che siasi raggiunto l’intento. Il dott. A. Havas, dà notizia di un metodo applicato con successo dal dott. Szekely, nell’ospedale di Budapest.
Ecco come si procede. Con un filo d’oro che ha soltanto mm. 0,05 di diametro, il medico forma un occhiello piccolissimo, appena visibile a occhio nudo, e in questo occhiello infila un capello di donna morbido e fino, lungo da 20 a 30 centimetri, in modo che pendano 10 o 15 centimetri, per parte. Poi introduce l’altra estremità del filo d’oro in un ago di Pravaz (uno di quegli aghi internamente forati che servono per le iniezioni) e, uscita la estremità del filo dalla punta dell’ago, la tira finché l’occhiello non sia giunto alla punta medesima.
Allora taglia il filo stesso a 2 millimetri di distanza all’occhiello e piega questi due millimetri di filo a forma di piccolissimo uncino.
Ciò fatto, introduce l’ ago nella cute della testa e poi ritira delicatamente l’ago stesso, lasciando sotto la cute l’uncino, accuratamente sterilizzato, che per mezzo dell’occhiello tiene il capello piegato in due. Ritirato l’ago, si vedono venir fuori dalla cute due cappelli, vale a dire le due parti dello stesso capello che nel suo punto centrale è tenuto dall’occhiello e ancorato, per così dire, sotto la cute per mezzo dell’uncino.
Le punture si fanno a distanza di un millimetro l’una dall’altra, sicché ne occorrono 100 per ciascun centimetro quadrato. Poiché da ogni puntura restan fuori due capelli, si hanno 200 capelli per ciascun centimetro quadrato. In tre quarti d’ora si possono piantare da 400 a 500 capelli.
Fatta la piantagione, l’occhiello e l’uncino, che restano dentro la cute, producono una infiammazione, la quale però rapidamente passa e si cicatrizza, senza altro effetto che quello di fissare ancor meglio il capello. Il foro fatto dall’ago si riempie ben presto. I capelli restano così impiantati per sempre. Sono capelli morti — s’intende — che non crescono, ma nessuno se ne accorge, ammenoché non osservi con molta attenzione e veda che da ciascun apertura vengon fuori due capelli invece di uno. Questi capelli possono lavarsi e pettinarsi senza alcun inconveniente. Ogni tanto, per conservar loro la morbidezza e la lucidezza bisogna ingrassarli.
L’operazione non è dolorosa; dopo una dozzina di giorni non resta alcuna traccia sensibile.
Il dott. Szekely non ha mai riscontrato casi di suppurazione. Dopo qualche settimana si può battere o strofinare fortemente la testa della persona richiamata, senza che questa abbia alcun senso di dolore: il prof. Havas spiega il fatto dicendo che intorno all’uncino si forma una specie di capsula di tessuti elastici. Per ricoprire una testa completamente calva sono necessari circa 50 mila capelli.”