Da Il Secolo XX, Anno XV, N. 12, 1 dicembre 1916.
” ■ Chi trova ancora il tempo di fare i taglierini in casa quando gran numero di famiglie hanno dalle persone di servizio una prestazione d’opera assai ridotta e molti camerieri, molti cuochi e cuoche servono in un giorno due e fin tre famiglie? Donde il maggior pregio che acquisti il cibo preparato a macchina quando questo cibo conservi tutto il sapore e tutte le qualità nutritizie del cibo preparato a mano.
■ Di somma importanza, è in quest’ordine di attività, l’industria delle paste alimentari. Oggi sul fronte i nostri soldati fanno un grande consumo di paste alimentari fabbricate a macchina: e un consumo non minore è dovuto alle famiglie nelle città e nelle campagne. Tale consumo non sarebbe possibile se vasti stabilimenti non provvedessero a fabbricazioni colossali e nello stesso tempo regolari e metodiche per modo che non vi debbano essere interruzioni mai né nel lavoro delle macchine né negli invii ai luoghi di rifornimento.
■ Un esempio ammirevole di produzione colossale e metodica ci è dato dal Pastificio Baroni che, pur avendo continuato (ma in proporzioni naturalmente assai ridotte) lo smercio ai privati delle ormai innumerevoli forme del suo prodotto, ha mezzi sufficienti per mandare sul fronte la pasta necessaria a intieri corpi di esercito. È questa nella nostra guerra una attività ignorata dalla grandissima maggioranza del pubblico, al quale non potrà certo dispiacere che i figlioli chiamati a combattere trovino la più scrupolosa osservanza dell’igiene nei cibi che loro si somministrano. L’igiene non è quella soltanto che preserva il corpo dalle malattie mediante disinfezioni e vaccinazioni preventive, ma anche è igiene essenziale per l’organismo umano il consumo di cibi sani e variati, per modo che tutte le sostanze delle quali l’organismo si compone abbiano il conveniente ricambio. Provvedono in tal senso le razioni di carne e di paste alimentari che lo Stato sa distribuire sul fronte ai soldati nostri. Chi voglia formarsi un concetto preciso di questi formidabili servizi non ha che a recarsi dinanzi al vasto caseggiato di Ripa Ticinese numero 99, nel suburbio milanese, ed assistere per mezz’ora all’andirivieni dei carri e dei camions del pastificio Baroni. Lo spettacolo è davvero imponente. A centinaia i carri ed i camions s’inseguono in una sola giornata tutti diretti col loro prezioso carico alle stazioni ferroviarie, donde le casse contenenti paste d’ogni forma vengono irradiate alle innumerevoli vie che conducono nei posti di rifornimento delle truppe.
■ Nella Revue Universelle si legge: «Se i fondatori di quella Casa l’hanno aperta a Milano gli è che la città è il centro dell’Europa Meridionale. Il suo commercio, la rete delle sue ferrovie, la sua attività in ogni genere di lavoro l’indicavano come la sede più propizia ad un’industria alla quale occorrono comunicazioni rapide per il trasporto dei grani e delle farine e per la regolarità delle relazioni commerciali». L’autorevole giudizio della notissima e tanto ascoltata rivista francese ci procura una non comune soddisfazione perché concorda esattamente con quanto noi pure pensiamo: che, cioè, un industriale intelligente, quando apre un esercizio, una fabbrica, non dimentica mai di far concordare il proprio interesse con l’interesse pubblico, non si preoccupa soltanto del guadagno immediato, ma antivede fonti perenni di guadagno là dove l’industria promuove od accresce il benessere delle popolazioni.

■ Il cav. Luigi Baroni, di fatto, è stato un fondatore presbite. Egli ebbe la visione precisa che a Milano e non in altra città era possibile iniziare una battaglia contro il misoneismo forte di tutte le predilezioni per le paste alimentari fatte a mano. Il consumo di una popolazione che, vivendo in una zona umida, ha bisogno di rafforzare le razioni del suo cibo e conseguentemente, per non sbilanciarsi, deve appoggiare la sua richiesta a chi, per il grande smercio, può offrire prezzi più convenienti, le molteplici cause di confluenza commerciale, essendo Milano situata sulle grandi vie di comunicazione dal nord dell’Europa al Mediterraneo, hanno suggerito al cav. Baroni di tentare l’ardua impresa. Ed è interessante notare com’egli abbia lottato contro la naturale diffidenza del pubblico. Lottato e vinto, perché non solo le paste più semplici come le lasagne ed i maccheroni, ma anche le più complicate come i tortellini con ripieno di carne possono oggi competere per sapore e qualità nutrienti con le paste fatte a mano.
■ La bontà del prodotto riesce subito evidente al visitatore perché i locali vastissimi non soltanto presentano l’ampiezza più indicata per far circolare l’aria e per impedire si contravvenga alle più scrupolose regole della igiene, ma anche rivelano un moderno razionale coordinamento fra tutte le fasi della fabbricazione. Il pastificio Baroni non s’accontenta di avere nella imponente sala dove si fabbricano le più svariate forme di paste la miglior raccolta di macchine adatte a quella fabbricazione, ma fabbrica a sua volta, in un annesso locale dello stabilimento, le macchine per la pasta. Così l’industria gode di una autonomia perfetta.
■ Le grandi sale dove la pasta prende le sue forme definitive offre al visitatore uno spettacolo di grazia, perché sono intente intorno alle macchine ragazze in cuffietta e grembiule bianco. Centinaia di queste ragazze si muovono incessantemente nel vasto quadro di lavoro e la rigorosa pulizia del loro abito aggraziato aggiunge pregio all’industria del Baroni che impiega quotidianamente non meno di 400 operai, mette in opera, pure quotidianamente, più di 50.000 chilogrammi di farine trasformandole in paste alimentari di oltre 160 forme diverse.
■ Di molto interesse per i tecnici e per i profani sono gli asciugatoi giranti che occupano i tre piani superiori dello Stabilimento. Agli asciugatoi vengono appese le paste o, secondo le forme, vengono collocate su apposite piattaforme degli asciugatoi stessi, dopo che le operaie le hanno tolte alle macchine di forma, perché le paste stesse si asciughino e sia poi possibile metterle in sacchi ed in casse. Le piatta forme giranti sono un altro indice della potenza e della grandiosità della Casa che tutto ha messo in opera per aggiungere modernità alla propria industria.
■ I progressi del pastificio Baroni sono così rapidi che in pochi anni i locali, quantunque vastissimi e costruiti con tutte le regole dell’arte e dell’igiene, sono diventati insufficienti, e oggi si lavora a drizzare accanto a quelli in attività un nuovo imponente edificio il quale sarà presto pronto. Dai larghi cortili, puliti e lucidi sempre come sale da ballo, i carri ed i camions si muovono in lunghissime file e formano in grandissima parte il traffico in quel tratto importante e popolato di Ripa Ticinese.
■ Abbiamo già detto che da quando la guerra è incominciata il pastificio Baroni provvede all’esercito nostro ingentissime quantità di paste alimentari. Ci preme ora aggiungere due cose: la necessità, cioè, in cui si è trovata la Casa di ridurre la vendita ai privati tanto grande è la richiesta dal fronte; e la fabbricazione che essa si è assunto non solo per le truppe nostre ma anche per gli eserciti stranieri.
■ Commissioni di eccezionale importanza il Pastificio Baroni riceve per l’esercito francese e per l’esercito svizzero, per gl’istituti di beneficenza, per gli istituti sanitari e principalmente per la Croce Rossa.
■ Fra le specialità che più piacciono al pubblico sono la Pastina Celestiale e i Raviotortellini. L’Esposizione di San Francisco e l’ultima Fiera di Lione hanno conferito grande notorietà al prodotto della Casa milanese. Dalla prima ebbe il Gran Premio; alla seconda lo Stand della Casa era l’unico per questo genere di prodotti.”