In questo periodo in cui il governo italiano valuta di introdurre controverse riforme scolastiche, diamo uno sguardo a com’era la scuola alla fine del XIX secolo in Piemonte sfogliando una “carta d’ammissione e di frequenza” per le Scuole Elementari del Comune di Novara.
L’anno scolastico iniziava ad ottobre e terminava in agosto.
La scuola elementare durava 4 anni e l’orario scolastico era suddiviso in due lezioni, con orari diversi a seconda del mese. Le due lezioni potevano anche avere un orario continuato. Spettava ai Maestri (con la “M” maiuscola) compilare gli orari, oppure agli alunni su indicazioni di questi.
Secondo le Istruzioni minsteriali del 17 giugno 1896, la ginnastica non faceva media, ma per le scuole femminili invece faceva media il voto in “Lavori donneschi”.
Le materie:
– Condotta
– Lettura, esercizi di memoria, spiegazione delle letture fatte a scuola ed in casa
– Dettatura
– Esercizi del comporre
– Aritmetica pratica
– Storia, geografia, diritti e doveri del cittadino
– Calligrafia
– Ginnastica
– Lavori donneschi
Le classificazioni erano mensili, veniva poi scritta la media annuale per ogni singola materia.
Fondamentale anche il numero delle eventuali assenze.
Gli esami si strutturavano in due distinte sessioni, al termine della 2a e della 4a classe.
Ogni sessione consisteva in 2 prove scritte (componimento e dettatura), dalle quale veniva ricavata una media, e 3 prove orali: lettura, spiegazione e riassunto delle cose lette e nozioni di grammatica; aritmetica pratica; storia, geografia, diritti e doveri del cittadino.
Completava la sessione anche una prova di calligrafia.
Per l’ammissione alla prima sessione, fondamentali le medie in condotta o in profitto, che dovevano essere almeno del 6 (su 10), e il numero delle assenze, giustificate o non, che non dovevano superare la metà del numero totale delle lezioni, calcolandone due al giorno.
Alla prima sessione d’esame l’alunno poteva essere promosso con dispensa dalla sessione, prosciolto dall’obbligo dell’istruzione elementare o licenziato dal corso elementare superiore, oppure veniva bollato come “non approvato”.
Nota a margine:
“Non può conseguire l’approvazione un candidato che in ciascuna delle prove orali e scritte degli esami non abbia meritato in punti un 10.”
Nel libretto era presente l’attestato finale da compilare con cognome (si diceva “prenome” all’epoca) e il nome del candidato e il nome del padre. L’attestato doveva dichiarare se l’alunno avesse ottenuto una media non inferiore all’otto in condotta, al sette in profitto e se avesse ottenuto l’idoneità (la sufficienza diremmo oggi) in tutte le materie.
Non mancava l’elenco dei “Doveri principali dell’alunno”:
1° L’alunno dev’essere sempre costumato, pulito nelle vesti e nella persona e coi capelli ravviati.
2° Dovrà portarsi sempre e dovunque da giovane bene educato per dimostrare che ricava profitto dai paterni consigli del suo Maestro. Per le vie camminerà composto, senza gridare, nè cantare, nè fischiare, e mai pronunzierà parole sconce e triviali.
3° Parlando coi Superiori, si terrà diritto sulla persona e rivolgerà loro lo sguardo.
4° Incontrando dei Superiori deve salutarli rispettosamente, e, se trovasi seduto, è obbligato ad alzarsi.
5° La scuola, che è il santuario consacrato all’istruzione della mente ed all’educazione del cuore, è il luogo che merita maggiore rispetto.
6° L’alunno si deve recare alla scuola nell’ora stabilita dall’orario, ed in caso di legittimo impedimento, pregherà i genitori di renderne avvertito il Maestro.
7° Messo nel luogo assegnato il cappello ed il mantello, deve entrare in classe silenzioso e recarsi al proprio posto.
8° E vietato all’alunno:
a) di gettare sul pavimento carta od altro;
b) di insudiciare i banchi, i muri ed i libri;
c) di portare libri, stampe ed altri oggetti estranei all’insegnamento;
d) di muoversi dal posto senza il permesso del Maestro;
e) di far sua cosa alcuna appartenente alla scuola od ai compagni;
9° L’alunno deve alzarsi in piedi ad ogni chiamata del Maestro, o all’entrata in iscuola dei Superiori o di persone autorevoli, e non sedersi senza averne ottenuto il permesso.
10° Quando il Maestro spiega, deve stare composto ed in silenzio, attento, con gli occhi rivolti a lui.
12° Ogni alunno deve amare i suoi condiscepoli, come se fossero tanti fratelli.
13° Chi, commesso un fallo, francamente lo confessa, sarà punito leggermente; ma chi, nascondendo la mancanza, espone i compagni ad essere incolpati e puniti in sua vece, commette un atto vile, e, scoperto, verrà punito rigorosamente.
14° Ritornando dalla scuola a casa, deve salutare i genitori, e negli intervalli da una lezione all’altra — e specialmente nei giorni di vacanza — fare qualche lavoretto, studiare, e prestare ai genitori quei servizi di cui venisse richiesto.