Da Sapere, Anno I, Volume I, N. 18, 30 settembre 1935.
“La parola deve ritenersi il dono più divino che il Creatore fece all’uomo; infatti per mezzo di essa egli può stabilire le relazioni con i propri simili, può esprimere il proprio pensiero, manifestare i propri sentimenti.
La parola perciò costituisce l’elemento essenziale e fondamentale della vita di relazione che differenzia l’uomo dagli altri animali.
La parola dell’uomo è caratterizzata dal fatto che il suono, generatosi nell’organo vocale, viene modificato nelle cavità della bocca, del naso e del retrobocca e ciò non soltanto per particolarità anatomiche nelle strutture generatrici e modificatrici dei suoni, ma anche per certe disposizioni particolari del sistema nervoso governante i movimenti complessi che stanno a base del delicato meccanismo della voce e della parola.
Lo strumento musicale ove i suoni si generano è costituito dalla laringe, che è paragonabile al dispositivo a linguetta degli strumenti ad ancia membranosa. La corrente d’aria proveniente dai polmoni, attraversa la trachea e la laringe e fa vibrare le linguette membranose (corde vocali) producendo il suono: con la cooperazione dei muscoli della cavità della bocca e delle fauci, il suono viene modulato ed emesso sotto forma di parola. Siccome la voce e la parola vengono per lo più formate contemporaneamente, così tutti i gruppi muscolari che vi partecipano debbono opportunamente intrecciarsi nei loro movimenti.
In definitiva abbiamo, nella formazione della parola, due strumenti: uno produttore del suono, la laringe, ed uno modulatore del suono, la bocca. Questa elementare esposizione in sommi capi del meccanismo della parola è necessaria per comprendere il meccanismo di formazione della parola nello strumento veramente geniale ideato per ridonare la parola a coloro che divengono muti per arresto di funzionamento o distruzione dello strumento produttore del suono: la laringe.
L’apparecchio, molto chiaramente esposto dalle illustrazioni, può essere applicato dopo aver praticato una operazione chirurgica di discreta entità e cioè dopo avere posto la trachea, recisa subito al disotto della laringe, in comunicazione con l’esterno nella regione del collo; in corrispondenza dell’orificio così creato viene a combaciare una placca nel cui centro si innesta un tubo di gomma, che termina poi in una scatola sonora ove è una linguetta vibrante (laringe artificiale); l’altro estremo della scatola sonora si innesta con altro tubo che viene tenuto nel cavo orale dall’individuo muto a guisa di cannuccia di pipa.
Come funziona questo meraviglioso strumento?
La corrente d’aria proveniente dai polmoni attraversa la trachea e, passando per la scatola sonora, si trasforma in un fascio di onde sonore che terminano nella bocca ove vengono modulate e trasformate in parole.
In definitiva, la laringe viene sostituita da altro organo meccanico, minutamente perfezionato, capace di vibrare ed emettere i suoni; lo strumento modulatore dei suoni rimane invece immutato con la variante che le onde sonore invece di provenire dall’interno, gli provengono dall’esterno.
Chi usa la laringe artificiale compie una serie di movimenti ed adattamenti lenti simili a quelli compiuti da una persona che parli in condizioni normali.
L’apparecchio è applicabile tanto a coloro che persero la facoltà della parola per malattie od operazione, quanto ai muti nati.
Quali meraviglie ancora la scienza ci prepara, se l’uomo è già capace di offrire al proprio simile doni che gli erano stati negati?”