Da La Scienza per Tutti, Anno XXIV – N. 17 – 1 settembre 1917
“La vettura automobile è un mirabile mezzo di trasporto; ma è innegabile che, quando dev’essere trasportata a sua volta, specie per ferrovia, costituisce un notevole ingombro, nel senso che lo spazio occupato è molto grande rispetto al peso del veicolo: le comodità che lo rendono prezioso nel primo caso, sono altrettanti inconvenienti nel secondo. Anzi, nello stesso uso normale pel trasporto di persone, le comodità di comfort, di spazio e di lusso rappresentano uno spreco ed una maggior resistenza alla trazione ogni qual volta, per il numero dei passeggeri o per altre cause, esse non vengono utilizzate completamente.
L’automobile a carrozzeria smontabile o trasformabile è dunque un quesito tecnico che da tempo sta in mente ai costruttori; i quali non è a dire che abbiano trascurato di far tentativi, se pure non sempre con successo.
Eccone ora due, abbastanza diversi, che — originari uno del Sud Africa ed uno della Francia —denotano come il problema sia ovunque presente.
Il primo adotta una misura veramente radicale: dividere la carrozzeria in pezzi distinti, mantenuti a posto fra loro e con la châssis da incastri reciproci e da semplici viti rimovibili o assicurabili a volontà. Le prime due figure (in alto) descrivono meglio di qualsiasi parola che cosa sia l’automobile in discorso: noteremo soltanto che i pezzi sono ridotti al minor numero possibile, isolando i fianchi per ogni posto, facendo i sedili ripiegabili sul loro sostegno, come la parte posteriore della car rozzeria può ripiegare i fianchi sul fondo. Si ottengono così, una volta smontata la vettura, dei pezzi appiattiti, di dimensioni pressochè eguali, che possono essere imballati in una cassa apposita o tenuti assieme dagli stessi tiranti articolati che mantengono a posto la vettura in istato normale. Anche i lungheroni dello châssis, formati di due parti scorrevoli l’una sull’altra, possono venire accorciati, avvicinando le ruote e montando nel giunto l’albero di trasmissione : se poi questa è a catena, l’operazione riesce ancor più facile. L’essenziale è che il telaio col motore e la carrozzeria vengono ridotti, separatamente, in un volume che per la prima è di appena m. 1,50×1,80×0,65, con un risparmio di tre quarti nello spazio occupato: il rimontaggio della vettura non richiede che un’ora di lavoro per due persone.
La smontabilità della carrozzeria implica la risoluzione del problema di adattare il numero dei posti a quello dei passeggeri, sopprimendo le parti inutilizzate della vettura, diminuendone la lunghezza e (lasciando a casa i pezzi relativi) anche il peso, e con essi la resistenza dell’aria e sulla strada alla corsa. Il telaio, in tal caso, rimane immutato, ma lo stesso scopo è raggiunto pure da un altro tipo di vettura — lanciata a Parigi — senza nemmeno bisogno di smontare veramente la carrozzeria, che del resto non vi si presterebbe (v. le figure in basso della pagina).
La riduzione dei posti e l’accorciamento della parte superiore del veicolo sono qui ottenuti mediante la parte posteriore, la quale, a forma di quarto di circolo all’esterno, è girevole attorno ad una cerniera situata al termine inferiore della curva. Perciò questa può presentarsi tanto rivolta verso il basso come verso l’alto: nel secondo caso, la vettura rimane accorciata di tutto il raggio del quarto di circolo. Due panelli ai fianchi sono allora rimossi: una costruzione a tetto e schienale, pur essa montata a cerniera, rimane nella posizione solita, ma avanza verso il motore quando la carrozzeria sì accorcia, e va a congiungersi col vetro di riparo per il conduttore. In tal modo, la vettura, che prima era capace di quattro e persino di sei passeggeri, con carattere di automobile per viaggio e diporto, diventa un veicolo da corsa, per due persone soltanto, riparate a sufficienza.”