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Bern Dibner e gli “Araldi della Scienza” – Parte 1 – Astronomia

Avremmo potuto suddivere l’area scientifica della nostra pagina in molti modi, ma abbiamo deciso di seguire la suddivisione che qualche decennio fa un uomo, praticamente sconosciuto qui in Italia, decise di utilizzare in un suo libro pubblicato negli anni cinquanta. Quest’uomo è Bern Dibner e il libro di cui parliamo è Heralds of Science.
Brillante ingegnere, nato in Ucraina, a Lisianka, poco lontano da Kiev, il 18 agosto del 1897, si trasferì con la sua famiglia negli Stati Uniti nel 1921, nel corso della sua vita sviluppò un intenso interesse per la storia della scienza e della tecnologia che lo portò a collezionare migliaia di testi, stampati e manoscritti, oltre che a scrivere diversi libri sull’argomento (tra questi, Leonardo Da Vinci, Military Engineer, 1946, Ten Founding Fathers of Electrical Science, 1954, Heralds of Science, 1955, Agricola on Metals, 1958, Oersted and the Discovery of Electromagnetism, 1961, The New Rays of Prof. Röntgen, 1963). Studioso affascinato da Leonardo da Vinci, del quale raccolse una piccola biblioteca di lavori a lui dedicati, con il tempo si interessò sempre di più alla storia della scienza. Avido collezionista, con il tempo radunò sempre più testi e nel 1941 fondò la Burndy Library, una collezione che nel 1964 arrivò a contare oltre 40 mila volumi che diventò una vera e propria biblioteca a Norwalk, nel Connecticut. Moltissimi i testi di estrema importanza, da ricordare per esempio una delle più complete collezioni di lavori di Newton, compresi molti manoscritti e testi a lui appartenuti e con sue note manoscritte.
Nel 1974, Dibner donò un quarto dei testi della Burndy Library alla Smithsonian Institution per andare a formare il cuore di una biblioteca di ricerca nel campo della storia della scienza e della tecnologia, e due anni più tardi, nel 1976, fu fondata la Smithsonian’s Dibner Library of the History of Science and Technology, fornendo le Smithsonian Institution Libraries della loro prima collezione di libri rari.
4 anni dopo la sua morte avvenuta nel 1988, nel 1992, la Burndy Library fu trasferita a Cambridge, Massachussets dove divenne una delle più importanti biblioteche di ricerca del mondo, al Massachussets Institute of Technology. Nel 2006 l’intera collezione della Burndy Library, consistente allora di 67 mila volumi fu donata insieme a una collezione di strumenti scientifici alla Huntington Library di San Marino, California, dove a tutt’oggi è una delle biblioteche più utilizzate e in continua crescita.


Stimolato dalla ricorrenza del cinquecentenario dalla presunta data dell’invenzione della stampa a caratteri mobili e ispirato da una piccola mostra preparata nel 1934 presso la Library of the University of California, intitolata “Prime Edizioni nella Storia della Scienza”, che portava al pubblico 114 testi selezionati dal fisiologo e collezionista di libri Herbert McLean Evans, Bern Dibner pubblicò nel 1955 Heralds of Science. La scelta dei testi, fatta tra quelli disponibili presso la sua biblioteca, ovviamente, e per stessa ammissione del Dibner è stata arbitraria e non troppo folta per rivolgersi a un pubblico ampio e non necessariamente spacialistico.
La suddivisione della parte scientifica della nostra pagina, come introduzione alle varie sezioni, e come dedica a un uomo che ha dedicato la vita a preservare e tramandare il sapere umano e a stimolare le generazioni a venire, come accennato all’inizio seguirà proprio quella del testo di Bern Dibner, quindi: Astronomia – Botanica – Chimica – Elettricità e magnetismo – Scienza generale – Geologia – Matematica – Medicina – Fisica – Tecnologia – Zoologia.
Ecco dunque la prima parte, dedicata agli “Araldi della Scienza” nel campo dell’astronomia:

L’UNIVERSO ANTICO

EPYTOMA JOANNIS DE MONTEREGIO IN ALMAGESTUM PTOLOMEI
Venezia, 1496
Regiomontano (Johann Müller) (1436-1476)

L’Almagesto di Tolomeo era conosciuto da secoli solo tramite una traduzione araba, e Regiomontano completò il lavoro che il cardinale Bessarion affidò a Georg von Peurbach, il quale riuscì a lavorare solo sui primi quattro libri prima della sua morte. Uno dei testi più importanti della storia dell’astronomia portati in una lingua, il latino, alla portata di tutti gli uomini di studio dell’epoca.


LA “NARRATIO PRIMA” DI COPERNICO

AD CLARISSIMUM VIRUM D. IOANNEM SCHONERUM, DE LIBRIS REVOLUTIONUM…DOCTORIS NICOLAI COPERNICI…NARRATIO PRIMA
Danzica, 1540
Rheticus (1514-1576)

Copernico diede il permesso a Rheticus, professore di matematica a Wittenberg di pubblicare un estratto di un’ottantina di pagine in forma di lettera. La prima pubblicazione della rivoluzionaria teoria copernicana.


IL NUOVO UNIVERSO

DE REVOLUTIONIBUS ORBIUM COELESTIUM
Norimberga, 1543
Nicola Copernico (1473-1543)

Pubblicato poco prima della morte dell’autore, per lungo tempo rimasto solo in forma di manoscritto, uno dei testi più importanti di sempre. Secondo Dibner uno dei tre testi che più hanno chiarito la relazione tra l’uomo e il suo universo, assieme ai Principia di Newton e l’Origin of Species di Darwin.


L’ACUTO OSSERVATORE

EPISTOLARUM ASTRONOMICARUM LIBRI
Uraniborg, 1596
Tyge Brahe (1546-1601)

L’apice dell’osservazione pre-telescopio, da qui partirà Keplero per le sue teorie. Corrispondenza di Brahe con William IV, Langravio d’Assia, stampato dalla pressa privata di Brahe stesso, con istruzioni per la costruzione di strumenti astronomici.


LE TRE LEGGI

ASTRONOMIA NOVA, AITIOLOGETOS, SEU PHYSICA COELESTIS, TRADITA COMMENTARIIS DE MOTIBUS STELLAE MARTIS EX OBSERVATIONIBUS V. TYCHONIS BRAHE
Praga, 1609
HARMONICES MUNDI LIBRI V
Linz, 1619
Johannes Kepler (1571-1630)

I due testi che racchiudono le tre leggi che ne portano il nome. Un colpo di spugna che Keplero da a millenni di teorie.


CON IL TELESCOPIO

SIDEREUS NUNCIUS MAGNA, LONGEQUE ADMIRABILIA SPECTACULA PANDENS, SUSPICIENDAQUE PROPONENS UNICUIQUE
Venezia, 1610
DIALOGO … DEI DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO TOLEMAICO, E COPERNICANO
Firenze, 1632
Galileo Galilei (1564-1642)

Volgendo la neonata invenzione del telescopio al cielo, Galileo mette in moto una concezione completamente diversa dell’Universo. Trovando che le stelle sono molte di più, che esistono altri corpi planetari, che Luna e Sole sono tutt’altro rispetto a quello che fino allora si credeva imprime uno scossone con il suo Sidereus Nuncius a dogmi scientifici e religiosi, scossone che diventerà un autentico terremoto con il Dialogo dei due massimi sistemi.


GLI ANELLI DI SATURNO

SYSTEMA SATURNIUM, SIVE DE CAUSIS MIRANDORUM SATURNI PHAENOMENON, ET COMITE EJUS PLANETA NOVO
Hague, 1659
Christiaan Huygens (1629-1695)

Ancora oggi il pianeta che più affascina profani e studiosi. Quali sensazioni avranno provato Huygens nello scoprire il sistema di anelli e i primi a leggere i suoi studi in merito?


IL MIGLIOR OSSERVATORIO D’EUROPA

MACHINAE COELESTIS PARS PRIOR: ORGANOGRAPHIAM, SIVE INSTRUMENTORUM ASTRONOMICORUM OMNIUM (3 vol. in 2)
Danzica, 1673-79
Johannes Hevelius (1611-1687)

Corredati di meravigliose incisioni, i volumi del Machinae Coelestis sono la testimonianza del miglior osservatorio europeo dell’epoca che Hevelius costruì a Danzica. Studi sulle macchie solari, mappatura della superficie lunare, scoperta della librazione longitudinale della Luna e moltissime altre osservazioni. Il fuoco distrusse l’osservatorio, ma non la sua eredità.


LA GRAVITAZIONE UNIVERSALE

PHILOSOPHIAE NATURALIS PRINCIPIA MATHEMATICA
Londra, 1687
Isaac Newton (1642-1727)

Un autentico viaggio della mente. È facile perdersi in quest’opera grandiosa il cui culmine inarrivabile è la legge della gravitazione universale.


LA COMETA DI HALLEY

A SYNOPSIS OF THE ASTRONOMY OF COMETS
Londra, 1705
Edmond Halley (1656-1742)

Le comete da sempre sono state qualcosa di inafferrabile e temuto. Ma una sola cometa è considerata come un parente del nostro pianeta e il suo nome è conosciuto da tutti.


UN NUOVO PIANETA

ACCOUNT OF A COMET
John Frederick William Herschel (1738-1822)
Londra, 1781
(Transactions of the Royal Society, Vol. 71, pp. 492-501)

Con Herschel abbiamo cominciato a “guardare oltre”. In un’epoca in cui ogni giorno viene annunciata la scoperta di un esopianeta, difficile comprendere quanto la scoperta di un nuovo pianeta fosse incredibile all’epoca.


L’ASTRONOMIA DINAMICA

TRAITÉ DE MÉCANIQUE CÉLESTE (5 volumi)
Parigi, 1798-1825
Pierre-Simon de Laplace (1749-1827)

Opera monumentale, teorie matematiche applicate al sistema dei corpi celesti. Prova di come l’Universo sia “scritto” nella lingua della matematica. Vero, Galileo?


ASTRONOMIA APPLICATA

THE NEW AMERICAN PRACTICAL NAVIGATOR
Newburyport, 1802
Nathaniel Bowditch (1733-1838)

La navigazione è stata il fondamento dell’esplorazione umana per generazioni e generazioni. Applicando ad essa l’astronomia si crea il connubio perfetto. Decine di edizioni per un’opera fondamentale, e considerata forse meno del dovuto.


SCOPERTA DI NETTUNO

AN EXPLANATION OF THE OBSERVED IRREGULARITIES IN THE MOTION OF URANUS, ON THE HYPOTHESIS OF DISTURBANCES CAUSED BY A MORE DISTANT PLANET
Londra, 1846
John Couch Adams (1819-1892)

Adams, Leverrier o Galle, a chi il merito della scoperta di Nettuno? Il merito va a chiunque si sia speso per “guardare oltre”.


DIMOSTRATA LA ROTAZIONE DELLA TERRA

SUR DIVERS SIGNES SENSIBLES DU MOUVEMENT DIURNE DE LA TERRE
Parigi, 1851-2
Léon Foucault (1819-1868)

Dici “pendolo” pensi a Foucault. Nomini “Foucault” pensi al pendolo. Un’icona della scienza e una delle dimostrazioni fondamentali della storia della scienza.

(Tutti i testi rappresentati sono disponibili integralmente sull’Internet Archive.)

Storia dell’astronomia indiana

History of Indian astronomy: A Handbook
edited by K. Ramasubramanian, Aniket Sule and Mayank Vahia.
Mumbai: Science and Heritage Initiative and Tata Institute of Fundamental Research
c2016.

L’astronomia indiana non viene trattata spesso su pagine, gruppi o documentari dedicati alla storia dell’astronomia. Questo libro, di crica 650 pagine, interamente dedicato all’argomento è stato realizzato in occasione della IX Conferenza Internazionale sull’Astronomia Orientale (14-18 novembre 2016), tenutasi a Pune, India.

Traduco e cito la quarta di copertina:
“Questo volume è composto da una raccolta di 21 articoli a tema che assicurano uno sguardo sull’origine e lo sviluppo dell’astronomia in India dal periodo Vedico fino agli inizi del XX secolo. Questi articoli sono stati forniti da una galassia di riconosciuti studiosi.Origine e sviluppo dell’astronomia in India sono una storia affascinante di idee astronomiche sofisticate, dall’arte rupestre alle strutture megalitiche, dall’astronomia computazionale descritta nei Siddantha (i testi canonici o sacre scritture) a uno degli osservatori pre-telescopio più grandi del mondo. Molti di questi contributi furono dirompenti e spesso cruciali per lo sviluppo dell’astronomia in tutto il mondo. L’ampiezza assoluta dell’astronomia indiana con abbondanza di fonti materiali in aspetti multiformi – arte rupestre, favole tradizionali, megaliti, versi codificati nei Veda (gli antichi testi sacri, i più antichi dei quali risalgono a 4 mila anni fa), iscrizioni, architettura templare, strumenti per la navigazione, manoscritti e opere pubblicate, e così via – che attendono di essere esaminati nel dettaglio. Questo è ciò che abbiamo provato a trattare in questo volume, oltre ad esami all’avanguardia su diversi aspetti della teoria planetaria, del computo delle eclissi, delle tavole astronomiche, dello sviluppo dell’astronomia osservativa in India e di molti altri argomenti riguardanti la storia dell’astronomia indiana.Questo volume sarà immensamente utile a tutti coloro che si interessano di storia dell’astronomia in generale, e dell’astronomia indiana in particolare.”

I capitoli/titoli degli articoli sono i seguenti, racchiudono all’interno moltissimi altri argomenti e sono supportati da una corposa bibliografia, diverse figure, immagini e calcoli, e un glossario in appendice:

  • Le radici dell’astronomia indiana
  • Arte rupestre e astronomia in India
  • Astronomia megalitica in India
  • Astronomia delle tribù dell’India centrale
  • Astronomia nei testi vedici
  • Astronomia e il periodo vedico
  • Il calendario indiano dal periodo post-vedico al XIX secolo
  • L’astronomia matematica e osservativa nell’India tradizionale
  • Il modello planetario tradizionale indiano e la sua revisione da parte di Nilakantha Somayaji (astronomo e matematico, 1444-1544)
  • L’astronomia di Bhaskaracarya (letteralmente: Bhaskara, il maestro/insegnante, matematico e astronomo, 1114-1185)
  • I processi delle eclissi lunari e solari nell’astronomia indiana
  • Transiti e occultazioni nell’astronomia indiana
  • Una panoramica sul metodo dei vakya (il termine si riferisce a un insieme di periodi o frasi che vengono principalmente usate per veicolare valori numerici associati con diversi parametri astronomici in una qualche forma codificata) per il computo delle longitudini del sole e della luna
  • Le tavole numeriche relative al computo delle eclissi nel Parvadvayasadhana (un trattato di astronomia) di Mallari (astronomo del XVI secolo della scuola di astronomia di Golagrama)
  • Strumenti astronomici indiani: Un catalogo descrittivo di esemplari esistenti
  • Aspetti astronomici correlati ai templi
  • Gli osservatori Jantar Mantar dell’India (un’insieme di 19 strumenti astronomici fatti costruire dal re Sawai Jai Singh II, fondatore di Jaipur, nel Rajasthan. La struttura, ora patrimonio dell’UNESCO, fu completata nel 1734)
  • Tradizione delle scienze astronomiche nell’India medievale
  • Accoglienza della moderna astronomia occidentale nei secoli XVIII e XIX
  • Lo sviluppo dell’astronomia moderna in India, 1651-1960

Pianeti come musica

In questo diagramma, quasi una sorta di proto-piano cartesiano, tratto da un breve manoscritto realizzato in Inghilterra alla fine del dodicesimo secolo come libro di testo scientifico per monaci, pensato come compendio di conoscenza cosmologica (tratta da antichi scrittori cristiani come Bede il Venerabile, 673-735, Isidoro di Siviglia, morto nel 636 e il successivo Abbo di Fleury 945-1004 circa, i quali attinsero da fonti classiche come per esempio Plinio il Vecchio, per fondare le proprie conoscenze e adattarle ai canoni della cristianità), si possono leggere lungo la verticale sulla sinistra i nomi di Sole, Luna e dei cinque pianeti all’epoca conosciuti, mentre sulla parte superiore i nomi dei vari segni zodiacali.
Leggendo il grafico da sinistra a destra è possibile seguire il percorso di ogni corpo celeste attraverso lo zodiaco, e si può avere il senso dell’indipendenza di ogni singola orbita e del tempo che ogni pianeta impiega per effettuare un giro completo. Nel bordo inferiore da destra a sinistra troviamo dapprima la lista dei vari corpi con le loro distanze tra loro indicate come valori musicali (un tono, una semitono, o tre semitoni) e una spiegazione del rapporto numerico come proporzioni della distanza Terra-Luna (“Dalla Terra alla Luna ci sono 125 mila stadi, il doppio dalla Luna al Sole e tre volte dal Sole ai segni”).
qui disponibile il manoscritto completo:
https://www.wdl.org/en/item/13015/view/1/1/
qui disponibile il commentario al manoscritto:
https://thedigitalwalters.org/…/html/W73/description.html
Nota: uno “stadio” equivale a 600 piedi greci, una distanza equivalente circa tra i 158 e i 185 metri.